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Gli studenti del “Peano” vincono il premio del Cern e ora studiano i raggi cosmici

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Se uno pensa ad un laboratorio che studia i raggi cosmici che arrivano dallo spazio, magari gli viene in mente qualche struttura sperduta nel deserto, con gigantesche parabole puntate verso il cielo di notte e un gruppo di scienziati con il camice bianco e gli occhi fissi su fogli pieni zeppi di formule. A nessuno, probabilmente, verrebbe in mente che tra i banchi, gli zaini, le lavagne e i cancellini di una scuola della propria città possa aver trovato dimora un sofisticato strumento scientifico in grado di trasformare un Istituto scolastico superiore in un vero e proprio laboratorio per lo studio dei raggi cosmici. E invece è proprio quello che è successo al liceo scientifico "Giuseppe Peano" di Monterotondo, che con i suoi docenti e i suoi studenti si conferma sempre di più come una delle eccellenze del territorio. La scorsa settimana, con un pacco spedito direttamente dal Cern di Ginevra, è arrivato a scuola un rilevatore di raggi cosmici appositamente progettato e realizzato della famosa istituzione, il Cern appunto, per la scuola di Monterotondo guidata dalla dirigente Roberta Moncado, che ora si lancerà nello studio di una famiglia di particelle chiamate "Pioni". Questo importante strumento è il premio che il Cern ha conferito al liceo scientifico di Monterotondo, che ha il merito essere arrivato tra i primi 29 su 151 progetti giunti al Cern da tutto il mondo e con i quali le scuole proponevano diverse ipotesi di esperimento. L'obiettivo era arrivare tra gli istituti che saranno invitati proprio a Ginevra per espletare l'esperimento ideato da prof e studenti proprio all'interno del Cern. Un onore non da poco. Un obiettivo che anche il "Peano" spera di poter raggiungere il prima possibile. Ma, intanto, il progetto della scuola di Monterotondo è stato considerato tra i migliori al mondo, tanto da ricevere il rilevatore di raggi cosmici per avviare un'importante fase di ricerca che darà lustro e visibilità all'Istituto superiore. Quello arrivato a scuola, a vederla, somiglia più ad una semplice scatoletta . In realtà è un potente strumento scientifico di cui ne esistono pochi al mondo, che verrà collegato a dei computer e servirà allo studio dei raggi cosmici. Esperimento che verrà seguito dagli studenti e dai docenti e che sarà aperto al territorio, oltre ad essere inserito dallo stesso Cern all'interno di una rete di ricerca interconnessa via internet che unirà in un unico, grande sforzo le scuole che hanno vinto l'importante progetto. Il Cern è l'acronimo francese per Organizzazione europea per la ricerca nucleare. E' quel tipo di Istituzione di cui l'essere umano dovrebbe andare fiero, perché unisce i migliori ricercatori da tutto il mondo senza distinzione di credo politico, razza, sesso e religioni. Oltre al fatto di essere guidato da una grande scienziata italiana: Fabiola Gianotti. Oggi ne fanno parte 21 Paesi ed è la sede anche del famoso acceleratore di particelle che corre in un gigantesco anello sottoterra, poco fuori Ginevra. Uno dei risultati più recenti e più noti quello della scoperta di un bosone compatibile con quello ipotizzato (nel 1964) dallo scienziato Peter Higgs. Quella che in molti definiscono: "La particella di Dio", traccia indispensabile per muovere i primi passi verso lo studio del lato "oscuro" della materia e dell'energia. Stessa "famiglia", comunque, della particella che ora la scuola inizierà a studiare con l'importante "scatoletta". Proprio l'aver espresso all'interno del loro progetto che il Cern è un luogo dove tutti - senza badare alle differenze culturali, di fede o altro - lavorano insieme per il progresso della scienza, è stato uno dei punti di forza che ha convinto la commissione esaminatrice a premiare la scuola. Ma quello proposto dalla scuola al Cern era uno studio molto più complesso. L'idea, infatti, era quella di andare a Ginevra per realizzare un grande esperimento, con il quale studiare l'effetto che avrebbe prodotto il proiettare uno dei fasci di luce isolati dall'acceleratore di particelle su materiali che hanno una propria memoria magnetica come, ad esempio, gli hard disk. Ad elaborare il progetto alcuni ragazzi del quinto e del quarto coordinati alla professoressa Anna Tiscioni (Coach Team) e dai colleghi Michele Bogliardi e Vasco Abiuso. Fondamentale anche l'apporto del Cnr di Montelibretti e della dottoressa Sara Laureti, a dimostrazione che quando le idee buone trovano sinergie sul territorio esce sempre qualcosa di buono. Quello dell'assegnazione del rilevatore di raggi cosmici è un traguardo importante, ma è solo uno di quelli che la scuola intende superare. L'obiettivo è partecipare ancora al progetto del Cern, per poter effettuare un esperimento in grande stile insieme agli scienziati direttamente a Ginevra.

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